Rassegna Stampa 2012-2017

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2012
-09 febràr 2012 El Diretòr ospite a "Casa Mia" su TeleArena par presentàr el libro "Bacchanalia" con la Provincia de Verona -11 febràr 2012 Presentassiòn del libro "Bacchanalia" al Calmiere -14 febràr 2012 Articolo sul Corriere de Verona "Bacchanalia" -17 febràr 2012 Intervista su TelePace libro "Bacchanalia" -18 febràr 2012 El Diretòr intervistà al TG de TeleArena -23 febràr 2012 El Diretòr el conta de la vita de Berto Barbarani ne l'incontro organisà dai butèi universitari del Blocco Studentesco con la presensa de l'Assessòr Di Dio -30 marso 2012 El Diretòr e le so poesie al circolo artisti de Gressana -06 noémbre 2012 Intervista su la Radio Universitaria FAN -22 noémbre 2012 El link a La Rena Domila sul sito del Comune |
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2013
-23 genàr 2013 Articolo del Corriere de Verona per Bacchanalia 2 -26 genàr 2013 Presentassiòn de la seconda edissiòn de Bacchanalia a cura de la giornalista Alessia Rotta de TeleArena -04 febràr 2013 El Diretòr nel telegiornàl de Rai3 Veneto parla de le curiosità del carnevàl veronese -05 febràr 2013 Intervista su Radio Rai Veneto -06 febràr 2013 Intervista su Radio Gamma 5 de Padova -07 febràr 2013 Magnifico articolo sul quotidiàn L'Arena a pag.10 che'l parla del libro Bacchanalia 2 -08 Febràr 2013 Intervista al Diretòr in direta Tv su TeleArena durante la sfilada del Vénardi Gnocolàr -15 Marso 2013 Intervista al TeleGiornàl de TeleNuovo -03 Aprìl 2013 El Diretòr con le so poesie al Teatro Camploy par el Galà de la poesia -23 Otobre 2013 Presentassiòn del libro "Magna Verona vale" in Sala Arazzi del Comùn de Verona e in TV su TeleNuovo e TeleArena -09 e 16 Diçembre 2013 El Diretòr a la trasmissiòn "Sei a casa" su TeleArena con le so poesie. |
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-18 febràr 2014 Bacchanalia 3 su Radio Popolare |
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2015
-23 genàr 2015 El Diretòr su TG Tele Arena parla de l'evento Berto L'Arena 24/12/2015 |
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2016
-28 Genàr 2016 Articolo sul quotidiàn L'Arena sul Carnevàl L'Arena 28/01/2016 Un doppio Carnevale in città: una sfilata con le maschere storiche e il giorno dopo con i carri allegorici. Due i percorsi, il primo all'interno del centro passando da Piazza Bra e Piazza delle Erbe. L'altro lungo Corso Porta Nuova. Per entrambi, l'arrivo e la festa nel quartiere di San Zeno. La proposta che trova le sue radici nella notte dei tempi è dello storico Andrea Toffaletti e sarà presentata nella «Carta di Quinzano» domani in occasione della presentazione del libro «Bacchanalia» che si terrà nella sala del rettore della chiesa di San Rocco alle 20.45. Per DavideCaldelli, reggente del Bacanale presidente del Carnevale veronese pro tempore,«è un'idea che può essere valutata,maresta difficile separare nella prima sfilata, quella tradizionale del Venerdì Gnocolar, le maschere dai carri».Il carnevale diviso in due atti,uno storico e l'altro più modernocon carri maestosi comea Viareggio e a Cento, èun «qualcosa», dice Toffaletti, «che affonda le sue radici in fatti documentabili: la tradizionale sfilata del Venerdì Gnocolar nell'Ottocento poteva essere spostata in caso di pioggia al giorno successivo e se persisteva il maltempo si sfilava di domenica. C'è di più. Potevano passare i “soli carri”,come riferisce una cronaca del tempo». «Dividere il Carnevale in due giorni», prosegue, «significa anche ripristinarela “Funzione degli Gnocchi”, con la partecipazione delle maschere storiche, lebande con le majorette e i cavalli. Ma senza i carri conl'unica eccezione per quello simbolico dell'Abbondanza». Secondo una cronaca ottocentesca, nell'ultimo venerdì di Carnevale si celebrava la «Funzione degli gnocchi» nota anche come «Festa dell'Abbondanza»: consisteva nelcondurre nel rione più indigente della città, San Zeno,un carro con pane, vino, farina e cacio per fare gli gnocchi.«Era un “pastòn per sfamàr”la gente», spiega Toffaletti. «Era pure una festa popolare con una delegazione mascherata di sanzenati che s'incamminava verso i palazzi pubblici in Piazza dei Signori per invitare 'amministrazione della città nel quartiere di San Zeno dove l'allora governatore con i primati della città iniziava la distribuzione “dei gnochi” da un palco elegantemente addobbato».La proposta di un nuovo Carnevale vorrebbe le maschere storiche seguite da una sfilata per soli carri. Ma il giorno dopo e lungo Corso Porta Nuova per un'andata e ritorno. Quindi, via Città di Nimes, Porta Palio e San Zeno. E tra le due giornate c'è pure il ripristino delle «Cavalchine », le feste in costume che un tempo si tenevano neiteatri. «I due giorni», riprende Caldelli,«sono però difficilida organizzare. La sfilatadel Venerdì Gnocolar possiede già una sua importanza a tal punto che diviene complicato separare le maschere dai carri. Anche coloro che creano i carri ci tengono a partecipare alla tradizionale sfilata del venerdì». «Se duegiorni consecutivi», dice, «pongono qualche problema organizzativo si potrebbe pensare ad una data successiva.In questo modo, nonsi interromperebbe neppure il tradizionale calendario del Carnevale veronese, caro ai diversi quartieri della città.C'è pure da considerare che di lì a poco inizia la Quaresima. La seconda sfilata non sarebbe comunque “solo di carri”, perché antecedono i vari gruppi con musica e balli».«Perché non istituire un luogo», propone Caldelli, «dove possono essere ricoverati i carri e dove si può raccontare la loro storia, come potrebbeessere un museo? Magari con una cittadella dedicata che può aprire a nuove proposte come avere un dolce specifico o artisti circensi che poi si ritroveranno in piazza San Zeno prima dell'arrivo del corteo». E conclude: «Il Carnevale, così, potrebbe far girare soldi».•M.Cerp. |
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2017
-23 Febràr 2017 Ospite a TeleArena a la trasmission "Diretta Verona" sul Carnevàl L'Arena 31/05/2017 Giro d’Italia, il centenario «meritava una tappa a Verona»: nella città scaligera perse la vita uno dei suoi ideatori, Tullio Morgagni. A ricordare quel tragico evento è lo storico Andrea Toffaletti, noto per aver recentemente vestito i panni del poeta Berto Barbarani. La sua ricerca storica, tra emeroteche e siti Internet, riporta al 2 agosto 1919, quando precipitò nelle vicinanze di Porta Palio un triplano a motore con a bordo 15 passeggeri, di cui 6 giornalisti e tra questi quel Tullio Morgagni creatore con Armando Cougnet e Vincenzo Torriani della Corsa Rosa. Il Giro d’Italia festeggia quest’anno la sua centesima gara, ma la ricorrenza non è legata al calendario: infatti, la prima Corsa Rosa si tenne il 13 maggio 1909, quindi il numero storico si riferisce alle edizioni che sono passate in rassegna. Toffaletti indica il luogo del disastro, ripercorrendo i fatti di quel tragico giorno. «Erano decollati con un “Caproni 48”, un triplano a motore che altro non era che la rivisitazione civile del “Caproni Ca.42” utilizzato a scopo bellico». «Il “Caproni 48”», spiega, «era un velivolo con un’apertura alare di 29,9 metri, alto 6,30 e di lunghezza superava i 13. A pieno carico pesava 7,2 quintali. Fu il primo velivolo a 2 piani per passeggeri e poteva contare su 3 motori da 400 cavalli ciascuno per una crociera di 140 chilometri all’ora». Erano i tempi in cui andavano di moda le gare di velocità e il record da battere era di 240 chilometri all’ora, ottenuto sui cieli di Parigi. Inizialmente si provò sulla tratta Milano-Torino e, quindi, su una più lunga da Milano a Venezia. Non vi furono incidenti. Si giunge al 2 agosto 1919, quando dall’aeroporto Taliedo di Milano, uno dei primi in Italia, si levò in volo il «Caproni 48» con a bordo Morgagni. «Erano le 7.35 con destinazione Venezia», riprende Toffaletti. «In laguna arrivò alle 9.22 e fu un nuovo record: 270 chilometri all’ora con una velocità media di 130 chilometri all’ora. Il velivolo si mantenne ad un’altezza di quota compresa tra i 1800 ed i 3000 metri. Il “Caproni 48” ripartì alle 16, ma con un passeggero in più. A questa variazione si attribuì l’incidente che avvenne un’ora più tardi». «Giunto sui cieli di Verona», continua, «l’aereo fece alcune brevi evoluzioni e furono lanciate cartoline con immagini panoramiche di Venezia. Improvvisamente, virò verso Brescia con una serie di sussulti all’altezza di Porta Nuova. Si pensò ad un atterraggio nel vicino aeroporto di Tombetta, ma si piegò sull’ala sinistra che spezzandosi si staccò dalla fusoliera all’altezza di 1000 metri. Il velivolo iniziò a girare su se stesso per poi raddrizzarsi per un attimo attorno ai 750 metri. Forse, si trattò di una manovra di fortuna. Ma, oramai senza un’ala e raggiunti i 500 metri di altezza proseguì la picchiata fino a schiantarsi». «Fu una catastrofe», prosegue Toffaletti. «I resti si dispersero in un raggio di 400 metri, da Porta Palio a Porta Nuova. Le salme erano irriconoscibili e i parenti identificarono le vittime dalle carie dei denti e dagli affetti personali.Un passeggero fu ritrovato nel canale qualche giorno dopo. Uno dei tre motori fu trovato con il cilindro spaccato a metà, un altro sprofondato nel terreno e l’ultimo in campo a 200 metri di distanza in direzione Santa Lucia. Salme e rottami erano sparsi ovunque». «Furono avanzate anche alcune ipotesi», ricorda lo storico. «Il direttore generare dell’aeronautica sostenne si trattava di un’impresa azzardata trattandosi di un record di velocità su un apparecchio non collaudato e con troppi passeggeri. Stando ai giornalisti milanesi, invece, sembra che un passeggero abbia fumato provocando un incendio, forse per i fumi della miscela. C’è anche un appunto sulla costruzione del velivolo: il sedicesimo passeggero si sarebbe seduto nell’angolo riservato a cappelli ed indumenti, dove la parete era sottile e appoggiandosi, l’avrebbe sfondata». «Non c’è un monumento nè una targa a ricordo di quella tragedia. Nel centenario della Corsa Rosa manca la memoria di quella tragedia», conclude. Marco Cerpelloni |